Un posto unico e magico nel cuore del cuneese: il Múses, Accademia Europea delle Essenze, museo dedicato al mondo del profumo e delle erbe officinali che mantiene, però, l’importante valenza di Accademia. Ci accompagna alla sua scoperta Roberta Conzato, la Direttrice…
Ci parla del Múses? Come nasce l’idea e qual é il suo obiettivo? Il Múses Accademia Europea delle Essenze di Savigliano (Cn), nasce all’interno di un progetto molto ampio curato dall’Associazione Terre dei Savoia. Il territorio saviglianese e quelli dei dintorni è ricco di colture di erbe officinali e di aziende che le lavorano e le trasformano in essenze. Alcuni prodotti d’eccellenza come la menta piperita e la lavanda sono prodotti che vengono anche esportati all’estero visto l’alto livello di qualità. Il Múses si trova all’interno del secentesco palazzo Taffini d’Acceglio sito nel centro di Savigliano. Un palazzo splendidamente restaurato nel quale è stato allestito un percorso museale sulla storia del profumo. Alcune opere di arte contemporanea completano questo viaggio davvero unico.
Pochi lo sanno ma il Piemonte é la terra che ha dato i natali all’uomo che ha cambiato la storia della profumeria mondiale: Giovanni Paolo Feminis creatore de l’Aqua Mirabilis, nota anche come Acqua di Colonia, i cui flaconi originali sono esposti negli spazi del museo. Al tema della colonia abbiamo dedicato una sala intera perché la sua storia nasce tra le Vallate piemontesi per arrivare fino alla corti europee più importanti.
Nonostante il luogo comune vede la Francia come la patria del profumo siamo stati noi italiani ad introdurlo alla corte francese durante il Rinascimento, grazie a Caterina De’ Medici, ma nel corso del tempo abbiamo lasciato ai francesi il primato in questo campo. Oggi la Francia é leader nella produzione dei profumi, così come le più grandi scuole di profumeria mondiali hanno sede i territorio francese. In Italia qualcosa sembra muoversi nel settore delle fragranze; il Musés può essere visto come l’apripista per un cambiamento, come lo sono stati Slowfood e Eataly per il food? Il Múses è l’Accademia Europea delle Essenze, va da sé la sua vocazione come polo di incontro e dialogo per il mondo della profumeria artigianale e commerciale. All’interno del palazzo si trova un’aula didattica tecnologicamente molto avanzata dove è possibile organizzare corsi e workshop sia per persone comuni, con però la voglia di conoscere e allenare il proprio naso, sia per esperti del settore che vogliano spiegare ad un pubblico tecnicamente più preparato il proprio lavoro. La Francia sulla carta ci ha portato via il primato ma vorrei ricordare che in Italia abbiamo almeno 300 profumerie specializzate in profumeria di nicchia. Oltr’alpe il dato si abbassa al 10% rispetto a noi. E Non dimentichiamo che anche in Italia sono presenti aziende leader nel settore della lavorazione e trasformazione delle essenze. Abbiamo inoltre il primato di alcune materie prime d’eccellenza come il bergamotto di Calabria, i fiori d’arancio, il neroli, il limone di Sicilia…
Negli spazi del museo oltre alle essenze ci sono anche diverse opere sensoriali di artisti internazionali contemporanei, come è nata l’idea di creare questa commistione e come scegliete gli artisti? Le opere d’arte contemporanea presenti in collezione sono state realizzate da artisti conosciuti a livello nazionale ed internazionale che ci hanno aiutato a rendere più magico tutto il percorso. All’ingresso, in mezzo al giardino dei sensi, troviamo la fontana di Franz Staehler che emette getti di vapore ed acqua profumata. Il profumo lo decido a seconda del tempo, della stagione e della fioritura del giardino.
Quali sono le “offerte olfattive” che il Múses offre ai visitatori? Laboratori olfattivi base per imparare le tecniche base e corsi a tema per approfondire sia le materie prime che i personaggi o i momenti della storia che sono stati fondamentali per la divulgazione del profumo.
L’olfatto é l’unico senso sviluppato nei neonati ma tutti sembrano dimenticarsene e sin dalla nascita tutti gli altri sensi vengono stimolati a suo discapito. Non esiste una cultura olfattiva e anche volendo non é disponibile sul mercato materiale a supporto di genitori ed educatori. Da esperta in materia si é mai chiesta perché? L’olfatto è da sempre considerato un senso scontato se sei più sensibile agli odori sei considerato un po’ troppo delicato se non senti gli odori non te ne preoccupi e anzi ti senti anche un po’ fortunato in certe situazioni… L’olfatto è dentro tutti noi, in alcuni è più nascosto ed ha bisogno di essere sollecitato fortemente per saltare fuori. In altri è più spontaneo. Per me è il senso più prezioso, è fondamentale in ogni ambito della mia vita. Lo abbino al tatto se si tratta di scegliere un tessuto o un libro. Alla vista quando conosco una persona nuova o scopro una città. Al gusto per far arrivare il piatto al cervello, per dirla alla Cracco. Ultimamente la sensibilità nelle scuole è notevolmente cresciuta e viene spontaneo ai bambini più piccoli toccare fiori o piante ed istintivamente avvicinare le dita al naso. Credo che nel futuro diventerà una materia su cui allenarsi al pari di tante altre, tutti nasciamo con il dono dell’olfatto ma bisogna allenarlo e nutrirlo in modo da incasellare più odori possibili anche i più improbabili come quello del ferro, della rugiada, della calce, della terra bagnata d’estate.
Come nasce la sua passione per il profumo e come si è sviluppata nel tempo? Dobbiamo tornare indietro nel tempo fino a quando ero proprio piccola piccola. A quando con mia mamma andavamo per comprarmi un vestitino nuovo e se il profumo della stoffa non mi piaceva non c’era modo di convincermi a indossarlo. Ricordo che quando avevo 4 anni abitavamo vicino a una profumeria. Mi regalavano sempre dei campioncini di profumo e io me li buttavo tutti addosso, sia quelli da donna che quelli da uomo! è un amore che non mi ha mai abbandonato anzi, nel tempo, è cresciuto. Sono diventata un’autodidatta si può dire. Colleziono da anni moltissimi profumi…e poi la vita ti porta dove ti deve portare. E sono arrivata qui.
Lei ha anche prodotto una sua linea di profumi, Emma Rovere. Le piace di più creare profumi o dirigere il museo del profumo? Di Emma Rovere io sono stata tutto: il naso, il marketing, l’art director del sito…ho messo tutto il mio ingegno, la mia fantasia…tutta me stessa. Il Múses è un incarico che mi vede responsabile di tante cose e di altre persone, è una sorta di compromesso che però mi porta a stretto contatto con la mia doppia natura di naso e di imprenditrice.
Continuerà a fare il naso? Si assolutamente! È la cosa che amo di più al mondo! Posso dire che presto uscirò con una nuova linea che si chiamerà come me, Roberta Conzato.