Unnamed di Byredo: la mia recensione

Quante volte avete pensato che il nome di un profumo, seppure molto bello, non rappresentasse la fragranza? Per Unnamed di Byredo il creatore del brand, Ben Gorham, ha deciso di lasciare l’arduo compito della scelta del nome a chi lo comprerà, dando libero sfogo alle associazioni, senza confini semantici. Curiosi?

Sin dal lancio sul mercato Byredo ha da subito catturato l’attenzione degli addetti ai lavori, diventando in breve tempo un brand cult. Tutti ne parlano e tutti lo vogliono, e i magazine di tutto il mondo si contendono interviste esclusive al fascinoso Ben Gorham, il founder. Nel 2016 in occasione del decimo anniversario del brand Ben Gorham lanciò una fragranza in edizione limitata: Unnamed, che ebbe subito grande successo, tanto da andare sold-out prima di arrivare in profumeria. I fan del brand hanno chiesto per anni di poter avere in collezione Unnamed. E così eccoli accontentati, anche stavolta con un’edizione limitata. Stesso profumo, stessa formulazione.  Nessun nome. Nessuna indicazione. Solo un’etichetta immacolata. Unnamed di Byredo non ha un nome ma é una pagina vuota che permette al cliente di scegliere un nome che abbia un significato particolare e di personalizzare l’etichetta del flacone.

Ben Gorham come Jérôme Epinette conosce il potere che può avere un nome e come può influenzare la percezione di una fragranza per cui Unnamed di Byredo da la possibilità a chi lo acquista di dare libro sfogo alle associazioni, senza confini semantici. Racchiuso in una custodia bianca, Unnamed di Byredo si compone di un set di lettere stampate nell’unico carattere di Byredo, che fornisce possibilità infinite per il nome perfetto di questa fragranza. Le iniziali, il nome di battesimo, la destinazione di un viaggio, un numero fortunato, un momento speciale, un momento del giorno o della notte, un emblema.

Unnamed si apre con un’accordo ghiacciato di gin intorno al quale galleggia un frizzante pepe rosa. Un profumo di sottobosco attraversa la fragranza. Una foresta oscura dove radici di iris crescono tra campi di violette e tappeti di muschio. Una foresta di pini torreggianti, sentori di resina e un pizzico di trementina.

E quelli che non riescono a identificare gli ingredienti sono probabilmente i più fortunati, perché possono semplicemente lasciarsi guidare dalle proprie emozioni. Nient’altro che la loro memoria olfattiva e le strane associazioni che porta in superficie. 

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