Dino Pace è un nome molto noto, sia agli addetti ai lavori del mondo della moda che del beauty. Ex amministratore delegato di Perfume Holding, ex AD della filiale italiana di Coty e prima ancora ex AD di Diesel. Dal 2018 è il CEO di Nichebox, una holding specializzata nell’acquisire e finanziare realtà del mondo del beauty di nicchia, in particolare profumi e skincare. Ho incontrato Dino Pace curiosa di scoprire di più del suo lavoro…
Come nasce Nichebox? “Volevo mettere a frutto le conoscenze e la passione per un mondo dove si esprime ancora creatività e sogno. Tramite Perfume Holding ho iniziato ad apprezzare il mondo della profumeria di nicchia con il brand Atkinson ma anche a conoscere tutta una serie di partner, distributori e retailers a livello internazionale. Questo mi ha fatto capire quanto la realtà della profumeria artistica, seppur piccola, avesse una capacità evocativa a livello mondiale notevole, e non solo dal punto di vista commerciale. Da qui l’idea di fondare Nichebox con dei partner, miei soci, che mi hanno aiutato a finanziare l’iniziativa, con lo scopo di fare acquisizioni nella nicchia e far crescere questi marchi”.
“Perché la nicchia ha tanto da offrire in termini di creatività e differenziazione, rispetto al mondo commerciale, dove c’è una standardizzazione di gusti ed esperienza, e dove l’offerta è così ampia che il consumatore non riesce a orientarsi, e si va su logiche di forte comunicazione e promozionalità. Anche se spesso il problema della nicchia è la mancanza di fondi per sostenere il proprio marchio, e farlo conoscere. In aggiunta a questo manca la struttura gestionale, manageriale. Nichebox nasce con l’idea di fare scouting ed individuare i campioni del futuro, su un orizzonte geografico internazionale, finanziarli e gestirli. Siamo persone che investono con una profonda passione per questo settore, e una cultura manageriale. Abbiamo messo su un team specializzato nella gestione e affianchiamo i creatori dei marchi nel percorso che li porterà al successo”.
La prima acquisizione è del luglio 2018: Liquides Imaginaires. Perché ha scelto proprio loro per iniziare? “E’ stato un caso. Prima ancora che costituissimo Nichebox sono stato contattato da David Frossard, uno dei founder, che conoscevo da tempo, perché sapeva della mia intenzione di costruire questo gruppo, mentre loro cercavano un partner che potesse accompagnare la crescita del brand. Di Liquides Imaginaires mi ha affascinato tutto; story telling, design curato e le fragranze, che sono tutto meno che ordinarie, a volte difficili, ma se ti piacciono ti conquistano.”
Qual è il top seller di Liquides Imaginaires? “ll profumo più venduto è Fortis, seguito da Dom Rosa, e poi Fleur du Sable e Buveur De Vent.”
E l’ultima fragranza del brand? “Beauté Du Diable. E’ stato pensato come profumo per una donna androgina, che si veste da uomo e fuma sigari. L’ispirazione è il Faust di Goethe o il Ritratto di Dorian Gray di Wilde. Il mood è: “Cosa saresti disposto a cedere al diavolo in cambio del profumo dell’eterna giovinezza?”. La la musa è Cate Underwood modella, dj. Per Liquides abbiamo rafforzato il mercato del Medio Oriente, aperto una boutique monomarca al Mall of the Emirates, e rafforzato la posizione in Russia.”
Oltre a Liquides Imaginaires avete acquisito Clive Christian altro brand di fragranze, e poi vi siete spostati anche sullo skincare o sbaglio? “Sì, Clive Christian è stato il secondo brand acquisito e poi abbiamo finalizzato l’acquisizione di due brand storici italiani. Uno dei nostro soci è proprietario di un’azienda che produce cosmetici, e proprietaria a sua volta di due marchi non gestiti: Hanorah, molto forte negli anni ’80 e Acqua di Italia, brand di toiletries. Il nostro obiettivo è il rebranding. Abbiamo appena lanciato Ora, brand di skincare con alta customizzazione.”
Come fa a scegliere i brands? “Me li presentano, mi chiamano i creatori, o gli advisor finanziari, e poi sono molto curioso. La mia scelta si basa sul fatto che i brands da selezionare per il portfolio devono ricadere in 3 categorie. Per quello che riguarda la profumeria di nicchia: “brand heritage”, ovvero tradizione e storicità, tipicamente brands francesi e inglesi, poi marchi con una firma dietro, che sia un designer, profumiere, etc, e poi brand concettuali come Liquides. In ogni caso devono avere un concetto scalabile e non locale.”