La memoria olfattiva e il suo potere. François Henin, proprietario del brand di fragranze di nicchia e della boutique di profumi rari Jovoy a Parigi, condivide con noi i luoghi e profumi che più ha amato
di Vanessa Caputo
Studi in Economia e Business a Parigi poi il trasferimento in Vietnam per seguire una ragazza di cui si era innamorato e l’inizio dell’avventura nel mondo del profumo. Francois Hénin inizia a commerciare essenze e materie prime, aprendo una piccola fabbrica nel nord del Vietnam, ai confini con la Cina e al suo ritorno in Francia si trasferisce per quattro anni a Grasse, capitale del profumo. Ma è grazie a Jean-Marie Martin-Hattemberg, scrittore famoso che cura le aste di flaconi vintage di profumi per Drouot, a Parigi, che Monsieur Hénin viene a conoscenza di Jovoy, maison di alta profumeria fondata a Parigi negli anni ’20. Francois Hénin si innamora della storia di Jovoy e decide di far rinascere il brand diventandone l’attuale proprietario, insieme all’omonima boutique di Parigi, specializzata in fragranze rare e luogo cult.
“Quando si é alla ricerca del “profumo” siamo tutti vittime di marketing e pubblicità, invasi da stereotipi, slogan, e le immagini di chiunque persona famosa che dichiara di indossare quel profumo. “Quando si tratta di profumeria artistica, il cliente normale come voi e me, senza alcuna conoscenza specifica o esperienza in questo mondo particolare, si ritrova un perso in un mondo di marchi, molti dei quali sconosciuti. Al di là di tutte le abilità e talenti che un venditore utilizzerà per convincervi a indossare questo profumo e non un altro il migliore alleato nella discussione saranno i vostri ricordi olfattivi. Queste memorie per me sono più importanti di qualsiasi campagna pubblicitaria in tutto il mondo, sono pure perché non fanno parte dell’identità di nessuno e non vi tradiranno quando si tratta di scegliere un profumo. Le mie memorie olfattive sono vivide, nonostante il passare degli anni, e tutte legate a luoghi in cui ho vissuto o visitato, quelle che più mi sono rimaste impresse le ho raccolte qui per voi…”
Good Morning Vietnam! (A Saigon, nel sud del Vietnam)
La prima volta che sono andato in Asia è stato nel 1996 in Vietnam. Ricorderò sempre il momento esatto in cui uscii dall’aeroporto di Saigon; fu uno shock culturale! Prima il rumore; quello dell’aria condizionata in aeroporto, seguito dal caos fuori dell’aeroporto. Un mix di clacson, auto bloccate nel traffico, bambini che urlavano per attirare l’attenzione e vendere zuppe o giornali. Ma dopo un po ci si abitua al rumore, come gli occhi al buio della notte, poi il mio naso europeo venne catturato da miscele uniche e sorprendenti di profumi. Il Pho (zuppa vietnamita) e la dozzina di erbe aromatiche utilizzate in esso; il profumo di torte, burro caldo, e poi la frutta, tra cui l’odore molto sgradevole di Durian (un mix tra vomito e Camembert francese), e il profumo unico stupefacente di mango e ananas. Chi ha sperimentato il Vietnam per la prima volta avrà certamente da condividere ricordi equivalenti.
Chuc Mung Nam Moi. Felice anno nuovo nella montagna del Vietnam del Nord
Ogni anno in Vietnam, tutti smettono di lavorare per una settimana o giù di lì per festeggiare il nuovo anno cinese. Penso sia stato nel 2002 quando ho passato il Capodanno in montagna, ai confini tra Vietnam, il Laos e la Cina. Lo scopo del viaggio era di andare alla fonte stessa di quello che chiamavano “il santuario”, dove cresce un cugino di legno di sandalo. Ricordo un viaggio durato 3 giorni in mezzo alla natura solo per arrivare lì, perso in mezzo al nulla, in un ambiente molto difficile per un puro prodotto della città come me. Un’avventura così lunga fece crescere l’attesa e la fatica, che contribuì ad affinare i miei sensi. Quando finalmente raggiungemmo il famoso “santuario” alcune persone delle minoranze Hmong stavano facendo la distillazione a vapore di questo legno. Credo che il ricordo di quel profumo sarà parte di me per sempre. E’ stato abbastanza sorprendente per un naso non educato come il mio, perché mi aspettavo una specie di profumo resinoso, un cugino pallido dell’albero di Natale della mia giovinezza, ma quello che ho trovato è stato qualcosa di più burroso, oleoso, e molto diverso dal prodotto naturale (radici e cortecce) che avremmo usato per la distillazione. Questo è probabilmente è stato il mio “ground zero”, l’istante in cui la mia storia d’amore con i profumi é iniziata. Ma ci sono voluti diversi anni a Grasse per confermare ciò che sarebbe potuto rimanere solo un ricordo tra molti altri.
“Provate questo!”. A Grasse in Costa Azzurra.
Siamo a Grasse, dopo il Vietnam, io sono il venditore in una società di profumi e aromi con sede vicino a Grasse, nel sud della Francia. Il mio presidente era un uomo fuori dagli schemi in questo settore. Bravissimo nel mondo degli affari e molto formale sul lavoro, si interessava praticamente di tutto e spesso tornava dai suoi viaggi per il mondo con nuove idee folli, o semplicemente quello che lui chiamava “souvenirs” dai suoi vari viaggi. Un giorno lo trovai felice come un bambino mentre teneva in mano un vecchio sacchetto di plastica con un grande sorriso stampato in volto. Mi disse “Henin vieni qui! Hai fatto la distillazione in Vietnam, ma sono sicuro che non hai mai sentito questo “. Da quella specie di sacchetto estrasse una sorta di blocco di sale, un pezzo brutto e grigio di roccia e mi disse: “Prova questo”. Presi il pezzo in mano e feci un respiro profondo portandomelo al naso. Era un pezzo puro e naturale di ambra grigia che aveva comprato da qualche parte dell’Africa occidentale, se la mia memoria è ancora buona. La memoria olfattiva invece è incredibile! Quell’odore sarebbe durato per sempre sulla mia pelle nonostante l’ho tenuto in mano per qualche minuto. E un odore! Animalesco con note salate del mare (probabilmente anche quelle di alcuni gamberetti morti) e l’odore dell’oceano in tempesta in autunno. Memoria olfattiva davvero unica ….
“Viva la Havana”. Nella fabbrica di sigari Partagas a la Havana, Cuba.
Se mai doveste andare a Cuba, sarete inevitabilmente tentati di visitare una fabbrica di sigari, e in particolare quella di Partagas. Per prima cosa vi inviteranno a toccare e annusare qualche foglia di tabacco e poi vi porteranno al piano di sopra, nel cuore della fabbrica a vedere uomini e donne che assemblano sigari. Molto probabilmente vi verrà chiesto di acquistare illegalmente alcuni sigari nelle scale, lontano dalle telecamere, dove i lavoratori si concedono una pausa ogni volta che un gruppo di turisti sta andando al piano di sopra …e poi l’odore e il rumore. Il rumore è divertente da raccontare. I lavoratori hanno ancora il diritto di avere degli audiolibri così è meno noioso lavorare. Ma non aspettatevi di ascoltare un po di Rimbaud, Verlaine o Baudelaire! Sono più che altro storie d’amore con dettagli che non vorreste sentire! Ma è un diritto dei lavoratori, quindi cerchiamo di catturare il momento e concentrarsi sui sigari. Il profumo delle foglie di tabacco, le persone che lavorano molto duramente su mobili in legno che sembra completamente imbevuto di sudore e foglie di tabacco. E’ probabilmente per questo che ho un grande rispetto per i sigari perché ci vuole davvero abilità e tempo, (anche se non sono mai riuscito a finirne uno). Credo che non è per me, alla fine ….
“Nulla é meglio che casa”. Centro della Francia, casa di campagna di famiglia.
Naturalmente quando torno dopo un lungo viaggio lontano da casa è con molto entusiasmo che ritrovo mia moglie, i figli, e la casa, e diciamo il comfort di “casa dolce casa”. Ma c’è un’altra “casa”, dove ho trascorso molto tempo da ragazzo, dove ho passato le estati, i fine settimana con gli amici ad aggiustare le cose, tagliare legna, pescando o semplicemente leggendo un libro al camino ,ed è la casa di campagna di mio padre. Il luogo dove tutta la famiglia si incontra e si riunisce lontano dalla vita quotidiana. Natale è alle porte, so che ci troveremo tutti lì. Quest’anno come tutti gli anni sarà speciale per tutti noi; genitori, fratelli e sorelle e le loro famiglie, perché passeremo ancora una volta le feste tutti insieme. In questa casa di campagna c’è una stanza speciale dove ho passato un sacco di tempo a organizzare le cose, spostare bottiglie, pulire e parlare con mio padre lontano dagli altri. Una sorta di “il nostro posto”. Questa è la cantina. Tra il profumo di umidità, di muffa nobile, vecchie casse di legno, e il fumo del suo sigaro. C’è qualcosa di speciale in questa cantina che la rende unica per me, dove mio padre mi mostrava le sue gemme nascoste, insegnandomi che le cose migliori richiedono tempo e così via … mi ricorda che anch’io sono un padre e che i bambini hanno bisogno di tempo e attenzione. Ora è il mio turno per trovare un posto speciale dove condividere il mio tempo con i miei figli.