Professione naso: Luca Maffei

Maître parfumeur, profumiere, naso, ci sono diversi modi per definire l’artista che crea fragranze. Ma come si diventa naso? L’abbiamo chiesto a Luca Maffei il più quotato naso italiano, e non solo….

di Vanessa  Caputo

Luca Maffei  é il nuovo astro della profumeria italiana; figlio d’arte (suo padre é un famoso essenziere) ha studiato sotto la guida di Françoise Marin, profumiera ed ex direttrice della prestigiosa scuola di profumeria di Givaudan Roure, svolgendo il suo apprendistato in un’azienda essenziera di Grasse. Una volta terminati gli studi ha iniziato a lavorare come profumiere per Atelier Fragranze Milano azienda fondata dal padre e Maurizio Cerizza, uno dei più importanti nasi italiani contemporanei. L’azienda che ha sede a Milano vanta all’interno dei suoi spazi un laboratorio e fabbrica di produzione, specializzata nella creazione di fragranze esclusive e in marketing olfattivo. Con la fragranza Black Pepper & Sandalwood del marchio italiano ACCA KAPPA ha vinto il prestigioso premio “THE ART AND OLFACTION AWARDS”, nella categoria “Profumieri Indipendenti”, primo naso italiano che vince questo trofeo e per di più per un brand italiano. Tra le ultime creazioni di Luca Maffei: Cologne Intense di HOUBIGANT Paris, 4 dei 7 profumi di ONYRICO Néa e Garuda di Jul et Mad Paris, Acquasala di Gabriella Chieffo e The Essence of the Park di Carthusia.

Come si diventa naso? Generalmente è una professione legata all’ambito familiare, fino a 20-30 anni fa si tramandava di generazione in generazione. Di solito chi inizia gli studi per diventare “Maestro Profumiere” nasce in un ambiente legato al mondo delle fragranze, nel mio caso la mia famiglia ha sempre lavorato nel settore della profumeria, mio padre in particolare nell’ambito commerciale e dirigenziale. Da piccolo vedevo mio padre annusare i profumi sulle mouillettes e grazie a lui ho incontrato diversi nasi.

Quindi già da piccolo aveva le idee chiare su quello che sarebbe stata la sua professione…Contrariamente ai presupposti non pensavo di fare questo mestiere, ho studiato economia all’Università, poi sono entrato per la prima volta in un laboratorio, ho visto un naso al lavoro e sono rimasto affascinato dalla sua capacità di creare un profumo usando cinquanta elementi insieme. Un naso ha a disposizione 1000 materie prime ma generalmente ne usa 300 e con queste gli accordi che può creare sono infiniti.

Qual è il percorso di studi per diventare naso? Base di partenza sono gli studi in materie scientifiche, esistono poi eccellenti scuole dove formarsi all’interno di grandi aziende del settore, come Givaudan, Iff, Symrise che sono estremamente selettive e che accettano nei loro corsi pochissimi studenti da tutto il mondo, c’è poi la scuola ISIPCA a Parigi nata intorno agli anni ’70. Un’altro modo per acquisire le conoscenze e studiare l’arte per diventare maestro profumiere ed è quella di avere un mentore.

Lei come ha iniziato? Io sono stato fortunato perché ho imparato il mestiere grazie a Françoise Marin che è stata il mio mentore. Madame Marine era un naso  che ha diretto la scuola di Givaudan e quando ha terminato il suo mandato ha deciso di formare pochi ragazzi, tra cui io, all’arte di creare i profumi. Per due anni ci ha insegnato tutto quello che c’era da sapere sulle materie prime e le tecniche di estrazione, a cui sono seguiti quattro anni di apprendistato.

Quali sono le difficoltà che si incontrano durante il percorso di studi? E’ un percorso molto lungo e bisogna essere motivati, é fatto di continue prove e apprendimento. La pazienza è una virtù fondamentale, così come l’umiltà, per arrivare alla meta.

Bisogna avere delle doti per diventare naso? Tanta tecnica e sensibilità artistica, poiché tutti sentiamo gli odori allo stesso modo, ma quello che fa la differenza è l’attenzione particolare all’odore che ci circonda. La tecnica poi è fondamentale nel lavoro di un naso perché le materie prime naturali spesso sono estremamente costose…

Quanto è importante l’olfatto? L’olfatto ha una forza superiore alla vista in quanto noi “sentiamo” prima di vedere, l’esempio più lampante è l’odore del gas, che è inodore, ma a causa della sua pericolosità gli viene aggiunto quell’aroma caratteristico che ce lo fa percepire immediatamente, naturalmente  grazie al nostro olfatto.

Nonostante la sua importanza l’olfatto è il senso più trascurato...E’ vero l’olfatto è un senso primordiale che nel corso del tempo è stato messo da parte, trascurato. Siamo bombardati da suoni ed immagini e la nostra attenzione si concentra su ciò che vediamo ed ascoltiamo. L’età più fertile per l’apprendimento dei profumi è tra gli otto e i dieci anni quando si ha la mente più libera.

Come si allena il senso dell’olfatto? Bastano piccole attenzioni tipo non soffermarsi solo all’aspetto esteriore di un fiore, per esempio, ma provare a sentire il suo odore, anche quando si tratta di esemplari poco profumati. Durante il corso di studi per diventare naso, per sviluppare quella che viene definita la memoria olfattiva, cioè saper riconoscere tutte le materie prime naturali, si imparano a memorizzare olfattivamente gli odori di 1000 materie prime diverse, lo si fa annusando delle cartine e su un quaderno per ciascun odore annusato si scrive una parola, una frase, un’associazione libera per far sì che l’odore rimanga più impresso….

 

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