Chanel N°5, fragranza entrata nel mito, da quasi un secolo continua ad essere un best seller nel mondo delle fragranze. Indiscrezioni vogliono che ogni 30 secondi, nel mondo, ne venga venduta una bottiglia.
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E’ passato quasi un secolo ed è ancora uno tra i profumi più venduti al mondo. Lanciato sul mercato da un’icona di stile senza tempo, non poteva che diventare lui stesso un’icona nella storia della profumeria. Una vera e propria opera d’arte olfattiva. Era il 1921 quanto Mademoiselle Gabrielle Chanel, meglio nota come “Coco” si rivolse al chimico profumiere degli zar Ernest Beaux, per creare una nuova fragranza che si distinguesse dalle altre in commercio fino a quel momento. Un profumo “da donna, che sapesse di donna”, come lei stesso amava definirlo. La sua nascita si lega presumibilmente alla improvvisa scomparsa, pochi anni prima, di Arthur “Boy” Chapel, il grande amore di Mademoiselle Chanel. Una fragranza eterna, in ricordo di un amore che voleva rimanere tale.
“Non voglio nessun olezzo di rose o mughetto, voglio un profumo elaborato”. Con queste parole Gabrielle Chanel commissionò a Beaux la creazione di un profumo che fosse femminile e seducente al tempo stesso, da indossare come un abito di sartoria. Il profumiere, su specifiche indicazioni di Chanel, miscelò essenze naturali (in particolare gelsomino e rosa) e per la prima volta sintetiche (le aldeidi) in modo assolutamente innovativo. Si dice che il famoso creatore ha tratto ispirazione per la creazione di questa fragranza da una delle sue visite al Circolo Polare Artico e dall’odore dell’acqua a mezzanotte.
Chanel N°5 è il primo profumo del gruppo floreale-aldeidi e primo per la quantità di aldeidi nella sua composizione (un’altra leggenda dice che l’assistente di Ernest Beaux aggiunse troppi aldeidi nella composizione per errore). A differenza dei profumi femminili dell’epoca, basati principalmente sull’essenza di un unico fiore, per Chanel N°5 fu creato un bouquet fatto di ben 80 ingredienti. Il risultato fu una fragranza totalmente nuova. Atemporale e sensuale, persistente e misteriosa, non riconducibile a nessuna essenza in particolare. Assolutamente unica nel suo genere. Le note di testa sono composte di aldeidi, bergamotto, limone, neroli e ylang-ylang, il cuore di gelsomino, rosa, mughetto e iris, mentre nelle note di fondo vetiver, legno di sandalo, vaniglia, ambra e patchouli.
Innovativo anche il nome scelto dalla stilista. Madamoiselle Coco scelse l’immediatezza e la semplicità di un numero, il N.5 appunto. Pare infatti che la stilista optò per la quinta boccetta di fragranze tra quelle che il profumiere aveva preparato per lei. Il N. 5 aveva inoltre per Coco, appassionata di astrologia e numeri, un significato benaugurante. Chanel N°5 fu infatti presentato al pubblico il quinto giorno del quinto mese dell’anno 1921.
Innovativa fu anche la scelta della confezione, rimasta ancora oggi immutata. A differenza di quelle ricercate e tipiche di quell’epoca, per Chanel N°5 fu scelta una semplice bottiglia da farmacia in vetro pregiato, rettangolare con la parte superiore che ricordava Place Vendome a Parigi e nacque dall’idea di Cocco Chanel stessa e rappresenta il suo principio classico “less is more”. Anche l’etichetta era minimale, bianca e nera, con caratteri semplici, senza particolare grazia, tipici del design d’avanguardia. Chanel N°5 diventò ben presto un mito. In breve tempo il profumo si diffuse in tutto il mondo diventando la fragranza più venduta.
Amato dalle donne così come dagli uomini, al punto da diventare quasi uno status symbol, Chanel N°5 creò attorno a sé una vera e propria leggenda; merito delle dichiarazioni di Marylin Monroe, la quale, all’epoca, in un’intervista dichiarò di andare a letto vestita “solo di qualche goccia di Chanel N°5, ovviamente!”. Protagonista indiscusso di mostre, immortalato in opere d’arte da Dalì a Warhol, celebrato in campagne pubblicitarie di culto con testimonial famose; da Catherine Deneuve a Carole Bouquet, passando per Nicole Kidaman, Chanel N°5 continua ad essere il simbolo della femminilità eterna. Ed il mito continua.