Il mondo olfattivo, in immagini, del naso Luca Maffei, nel nostro questionario olfattivo…
di Vanessa Caputo
Giovane promessa della profumeria italiana e figlio d’arte (suo padre é un famoso essenziere) Luca Maffei ha studiato sotto la guida di Françoise Marin, profumiera ed ex direttrice della scuola di profumeria di Givaudan-Roure, svolgendo il suo apprendistato in un’azienda essenziera di Grasse. Una volta terminati gli studi ha iniziato a lavorare come profumiere nell’azienda fondata dal padre e dal creatore italiano Maurizio Cerizza; Atelier Fragranze Milano. L’azienda che ha sede a Milano vanta all’interno dei suoi spazi un laboratorio e fabbrica di produzione, specializzata nella creazione di fragranze esclusive, anche personalizzate, per i brand che desiderano darsi una precisa identità olfattiva con il massimo della qualità. e in Marketing olfattivo. Luca Maffei ha vinto con la fragranza Black Pepper & Sandalwood del marchio italiano ACCA KAPPA il prestigioso premio “THE ART AND OLFACTION AWARDS”, nella categoria “Profumieri Indipendenti”, primo naso italiano che vince questo trofeo e per di più per un brand italiano. Tra le ultime creazioni di Luca Maffei 4 dei 7 profumi di ONYRICO, la prima linea di profumi artistici di alta gamma della maison svizzera “Niche and Co.” che celebrano la genialità, di pittori, scultori, musicisti e mistici che hanno fatto la storia D’Italia. Da Zephiro, dedicato alla Primavera di Botticelli. Unguentum, a Enygma che celebra il genio di Leonardo da Vinci.
Prima memoria legata al mondo dei profumi. Il profumo di mia madre, Coco di Chanel, un profumo barocco con una signature importante. Lo sentivo dappertutto, anche quando non era a casa e questo mi faceva sentire un certo senso di protezione.
Primo profumo indossato. Infusion d’iris di Prada. Mi dava l’impressione di essere elegante.
Odore preferito. L’odore del mare. In tutte le stagioni. Mi ha sempre fatto sentire un senso di libertà.
Un odore di cibo che ama. Da milanese dico risotto, quindi zafferano.
Qual è la cosa peggiore che ha mai annusato? Tante cose, ma il mio lavoro mi ha insegnato, come direbbe Jean Claude Ellena che “non esistono odori buoni e cattivi, ma solo odori che mi permettono di raccontare una storia”.
Un odore che detesta. L’odore della paura.
Un odore senza cui non può vivere. L’odore del mio laboratorio.
Se lei fosse un profumo? Il prossimo che scriverò..
La materia prima preferita. Tante, troppe. Una su tutte: l’iris.
Fiore preferito. La rosa.
Un profumo che le piacerebbe aver inventato. E’ molto difficile rispondere. Per esempio, Insolence di Guerlain, per me esprime tutta la sensualità di una donna
L’odore della sua casa. Legni morbidi e chiari e spezie calde. Mi piace molto il contrasto tra high-tech e classico, un ponte tra passato e futuro.
L’odore della sua città. L’odore del quartiere di Brera, dei Navigli, delle guglie del Duomo, del vetro e dell’acciaio dei grattacieli della nuova Milano.
Il più bel packaging di profumo. Per me il primo flacone di Diorissimo, disegnato da Christian Dior e realizzato in cristallo sfaccettato Baccarat e con tappo dorato a forma di bouquet.
Qual è il suo miglior consiglio per migliorare il senso dell’olfatto? Esercitarsi tutti i giorni. È come la ginnastica. E fare attenzioni agli odori che ci circondano durante tutto l’arco della giornata. Sarà una bella scoperta.
Colleziona qualcosa? Ho collezionato un sacco di cose tra cui monete, francobolli, sneakers, vinili. Amo molto il momento della ricerca, soprattutto quella del pezzo introvabile!
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